La ragazza dagli occhi di ghiaccio

Rachel ha un passato difficile, di cui non parla volentieri. Ogni anno, per il suo compleanno, riceve una rosa rossa ed un biglietto di auguri anonimo. Chi perseguita Rachel? C’entra qualcosa con l’omicidio di una ragazza che le somiglia in modo impressionante?

Lyla

Si dice che le brave ragazze vadano in Paradiso. Lyla, bella, ricca, viziata e senza peli sulla lingua, non è esattamente una di queste. Diverse persone hanno più di un buon motivo per avercela con lei, ma chi di queste l’ha uccisa spingendola dal balcone il giorno del suo ventunesimo compleanno?

Switched

Adam viene investito e muore ma, invece di passare nell’Aldilà, decide di prendere il corpo dell’uomo alla guida. Si ritrova ricco, di successo, con una bella moglie e un’avvenente amante. Ha la possibilità di vivere una seconda vita, apparentemente perfetta, che però nasconde un terribile segreto.

Under differents stars

Se ogni cosa ha un prezzo, cosa sareste disposti a sacrificare in cambio del progresso scientifico, della salute, della felicità? E cosa per l’amore? In un futuro in cui gli scienziati hanno preso il posto di Dio, due mondi contrapposti sono destinati a scontrarsi.

The day we died

Avete mai desiderato rivivere un giorno dall’inizio alla fine? E’ quello che succede a Riley, costretta a ripercorrere la giornata in cui viene uccisa, il week end prima della consegna dei diplomi. Perché continua a svegliarsi la mattina del 18 giugno? Riuscirà a cambiare l’esito della serata?

Lie

Un incidente, una seconda possibilità che permette di costruire una vita nuova, una famiglia, una carriera, la felicità… E se il passato tornasse bruscamente a rivendicare il suo diritto a esistere? Se aveste una vita perfetta, cosa sareste disposti a fare per proteggere le persone che amate?

martedì 30 aprile 2013

Un fiocco di neve, un desiderio


Ho sempre amato la neve, sin da quando ero bambino.
Certo, allora le cose erano parecchio diverse.
Alle prime avvisaglie, si correva giù in strada.
Si fissava il cielo, con la bocca spalancata, cercando di catturare quanti più fiocchi di neve possibile con la lingua.
Ogni fiocco di neve era un desiderio.
Per un istante, sembrava che tutto fosse possibile.
Si faceva a palle di neve con gli altri ragazzini del quartiere, poi ci si radunava davanti al camino con in mano una cioccolata calda con aggiunta di marshmallows.
Quanto darei per potermi sedere davanti ad un camino in questo momento.
Ho le dita delle mani indolenzite, non sento quasi più i piedi.
Continuo a camminare imperterrito.
Dead man walking.
La fasciatura al ginocchio sta cedendo.
Dietro di me, minuscole gocce di sangue che, come le briciole di Pollicino, vanno dal Rifugio a me.
Potrei coprirle con la neve, ma sarebbe solo una perdita di tempo.
Al Rifugio ormai non c’è più nessuno e credo di essere stato trovato.
Non vedo niente, solo alberi, ma so - sento - di essere circondato.
All’improvviso un rumore sordo.
Una sensazione di caldo parte dal mio petto.
Mi lascio cadere sulle ginocchia.
E’ finita, so che è finita.
Non lotterò, non questa volta, non ne ho più la forza.
Ogni giorno, da un po’ di tempo a questa parte, è stato una conquista, ma ciò che ho perso?
Ogni giorno ho perduto qualcosa, o qualcuno.
Guardo il cielo, un pallido sole fa capolino tra le nuvole.
Apro la bocca e lascio che un fiocco di neve si posi sulla mia lingua.
Un fiocco di neve, un desiderio.
Chiudo gli occhi.
Non ho paura.
So che nel posto dove andrò non dovrò più patire la fame, il freddo, l’insonnia provocata dal terrore di non farcela, di essere scovato da loro.
Magari, se sono fortunato, rivedrò Maggie.
Non ho più paura.
Non sento nemmeno più il freddo.
E questo che si prova prima di morire?
Sento una mano calda sulla mia guancia.
Apro gli occhi.
Davanti a me, bella come non mai, la mia Maggie.

Il racconto è contenuto nell'ebook "mEEni Story Xmas Edition 2012" scaricabile gratuitamente da questo link.


lunedì 29 aprile 2013

Le cose che abbiamo perso nel fuoco


Le cose che abbiamo perso nel fuoco
Bruciano le foto sul camino.
I nostri ricordi. Quelli resteranno per sempre. Lo sai.
Bruciano le tende che abbiamo scelto insieme.
Ricordi quel giorno?
Ti ho detto di aspettare un bambino.
Invece erano due.
Avrei dovuto ascoltarti quando mi dicevi di smettere di lavorare, che due gemelli erano impegnativi, che i soldi erano sufficienti.
Io avevo la mia carriera e rinunciarvi sarebbe stato come rinunciare ad una parte di me.
La migliore e la peggiore. Scegli tu.
Bruciano i disegni di Joe e Karlie per la festa della mamma.
Alla mamma migliore del mondo.
Non ero certo la migliore, ma ero una madre, ancora prima di essere una giornalista.
Me ne sono resa conto solo quel giorno.
Quando ho saputo cos’era successo, mi sono precipitata sul posto perché volevo essere la prima a dare la notizia, la migliore, la più professionale.
Giusto distacco, sguardo dritto alla telecamera, tono di voce sicuro.
Come al solito, pensavo solo a me stessa.
E’ solo quando ho visto il pulmino che ho capito.
Tutti quei bambini.
Tutte quelle famiglie.
Brucia la carta da parati, così com’è bruciato il pulmino dei nostri bambini.
L’amore avrebbe dovuto salvarci, invece ci siamo distrutti a vicenda.
Una sera, mentre ti chiedevo se volevi ancora zuppa, mi hai detto che non ce la facevi più.
Io sono rimasta lì, seduta davanti alla nostra cena, incapace di muovermi, di alzarmi ed afferrare una manica della tua giacca per impedirti di andare via dalla nostra casa, di tirarti a me per baciarti e piangere e baciarti di nuovo e asciugare le nostre lacrime con i nostri baci.
Avrei voluto gridare, implorarti di restare con me, che non ce l’avrei fatta da sola, non ce l’avrei fatta senza di te.
Eravamo ancora una famiglia, anche senza Karlie.
Eravamo io e te e nostro figlio.
Non mi piace che sia in collegio, non mi piace quel posto, non mi piacciono le idee che gli stanno inculcando, che è normale che ci siano delle bombe sui pulmini, che bisogna andare avanti, che è la vita, che siamo in guerra, che sua madre è una sciocca sentimentale, ancorata al passato.
Forse su questo non hanno tutti i torti.
Ogni tanto, quando penso a Karlie, è ancora viva e sorridente, quando penso a te, siamo ancora sposati e, quando penso a Joe, è ancora il mio bambino piccolo e pauroso.
L’ultima volta che l’ho visto avrei voluto stringerlo forte come quando aveva gli incubi e gli dicevo che c’era la mamma e, con me, lui e sua sorella erano al sicuro.
Avrei voluto baciarlo sulla fronte come quando aveva la febbre e gli dicevo che, così, sarebbe guarito più in fretta.
Poi mi sono resa conto che era un giovane adulto che i compagni avrebbero preso in giro e metterlo in imbarazzo era l’ultima cosa che volevo.
Così quel bacio è rimasto lì – incompiuto – sospeso – abbandonato.
Le cose che abbiamo perso nel fuoco non ci verranno più restituite.
Mia figlia, mio marito, mio figlio.
Brucia l’ultima foto che abbiamo fatto insieme.
E, infine, brucio anch’io.

Il racconto è contenuto all'interno dell'antologia "3013 per un bacio abbandonato" edita da Arpeggio Libero.



mercoledì 24 aprile 2013

Intervista di Luca Rossi

Ecco la mia intervista per il blog di Luca Rossi, conosciuto su TheIncipit.